domenica 18 novembre 2007

La vita dell’atleta

La vita dell’atleta
Analisi filosofico-esistenziale della figura dell’atleta
L’atleta è corpo
Introduzione
Quando pensiamo ai nostri atleti la prima cosa che figuriamo è la prestanza fisica, una determinata abilità tecnica, una caratteristica di gioco o di prestazione, un gesto, un verso, una figura. Tutti elementi legati al corpo. Il primo vero e grande interprete del corpo come coscienza di sé nella storia della filosofia è Nietzsche. Egli scrive nello Zarathustra: “Corpo io sono e anima”. E’ inutile, il corpo viene prima, lo si vede, lo si sente, solo dopo se ne ha coscienza. Tutto passa attraverso il corpo: le sensazioni e le riflessioni. L’atleta lavora con il suo corpo, dialoga con il suo corpo, perfeziona il suo corpo. La mente riflette ciò che avviene nel corpo, si mette in relazione con il corpo. Il dialogo io-io è un dialogo della mente con il corpo e del corpo con la mente. Facciamo un esempio: Quando l’atleta è sottosforzo, sente la sofferenza, la fatica, la difficoltà nella resistenza ma chiede al suo corpo di resistere, di farcela e il corpo risponde con lo sforzo regalando alla mente la gratifica di un risultato raggiunto. La sensazione (a livello di corpo) e la riflessione
(a livello di psiche) di avercela fatta. ”Ma il risvegliato sapiente dice corpo sono io sono in tutto e per tutto, e null’altro..”(Nietzsche, Zarathustra). la nascita, la vita e la fine di un’atleta è legata alla sua fisicità. Da bambino si leggono nel corpo le potenzialità, da adulto se ne prende consapevolezza, a carriera finita se ne riconoscono i limiti e la decadenza.
Vi è una presa di coscienza di sé e della propria sportività (intesa come competenza e volontà sportiva) attraverso il corpo. Come? Guardandosi negli avvenimenti sportivi: dall’allenamento, al riposo, alla competizione. Anche la concentrazione, che sembrerebbe un fattore prettamente mentale, implica uno sforzo fisico e un dialogo con il proprio corpo che la mente esorta ad isolare tutto il resto per focalizzare esclusivamente la prestazione da effettuare al fine di ottenere lo scopo: il risultato. Ci si vede concentrati sull’obiettivo e il corpo guidato dalla mente si isola dal “fuori” che diviene un “altro” nullificato e “il sé” diviene il “tutto assoluto”, mente e corpo insieme.
Di seguito verrà analizzata nello specifico la figura dell’atleta considerando:
l’atleta per sé
L’atleta per l’allenatore
L’atleta per la squadra
L’atleta per il pubblico
In queste analisi la relazione mente-corpo e il dialogo io-io e io–tu saranno le categorie trascendentali (nel senso kantiano ossia necessarie e imprescindibili) della comprensione.