lunedì 8 novembre 2010

Un ambiente familiare aiuta lo sportivo?


Conta l’ambiente?
Un ambiente familiare aiuta sempre lo sportivo? Come in ogni interazione che si trasforma in una relazione ossia in un rapporto duraturo vi sono dei pro e dei contro. Pro: l’affettività viene stimolata in un ambiente familiare e l’autostima viene valorizzata dall’affetto. Il cosiddetto calore umano crea un ambiente piacevole che stimola la ricreazione e il divertimento, componenti essenziali dell’attività sportiva. Tali componenti , associate alla troppa benevolenza, possono divenire difetti: il troppo affetto abbassa le difese, aumenta la fiducia in sé che diventa a volte eccessiva, non stimola l’impegno. L’impegno ha bisogno della carota ma anche del bastone, esso viene stimolato se, chi lo pretende, sa mantenere il giusto distacco determinato dal ruolo autoritario. L’ambiente familiare deve essere un equilibrio fra affetto e autorevolezza. Infatti una famiglia si dice buona se ci sono entrambe le componenti. Sono stata di recente a Caccamo, precisamente nel centro sportivo di Caccamo. Ho trovato queste due componenti: autorevolezza e familiarità. Il clima e l’ambiente della Sicilia aiutano l’amalgamarsi dei due elementi: vi è il calore del sole ma anche l’aridità del clima. Potremmo spostare il tutto al nord e dire: vi è la mitezza del clima e la sua rigidità. Come a dire: l’ambiente che conta è quello gestito dalle persone. Se, chi conduce l’attività e guida i giovani ragazzi allo sport non esercita entrambe le componenti , ha fallito. Sfoggerà atleti superbi o castrati. E ciò sarà negativo per il loro rendimento ma anche per la formazione del sé. Una persona giovane ha bisogno di modelli, impara dai modelli più che dalle parole. Se il modello è in equilibrio e dosa il bastone e la carota appunto, tale persona diverrà molto probabilmente un atleta equilibrato, che saprà dosare coraggio e calma perché le avrà apprese grazie all’autorevolezza e alla familiarità dell’ambiente in cui è cresciuto. Conosco una persona così, e gli sono molta grata. Si chiama Genadi Guralia.

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