martedì 2 ottobre 2007

Introduzione

Filosofia dello sport, filosofia di vita
Breve analisi esistenziale dello sport come filosofia di vita.
Introduzione
Amiamo uno sport, lo seguiamo, ci appassioniamo, crediamo che possa essere uno svago, un divertimento. Questo accade per la maggior parte di coloro che praticano uno sport e lo seguono a livello amatoriale. Ma esiste una categoria di persone che invece trasforma lo sport in una filosofia di vita dedicando la propria esistenza a quella che diviene non più solo un'attività alternativa al quotidiano ma un modus essendi e vivendi. E' a queste persone e anche a chi le ama e le segue come tifoso e appassionato che è dedicato questo saggio.
Per capire quanto possa essere bella e dura la vita di uno sportivo e avere un motivo in piu' per condividere una passione con chi la pratica. Quando guardiamo atleti gareggiare in qualsiasi disciplina sportiva nella quale più o meno eccellono, non ci fermiamo a riflettere su ciò che sta dietro. Godiamo della prestazione e della gioia che prova l'atleta in quel momento, vi è una dimensione di coinvolgimento emotivo che ci purifica gratificandoci anche a livello personale. Viviamo la gioia insieme all'atleta, condividiamo lo sforzo, siamo delusi dall'errore e alla fine contempliamo la vittoria. E' come se le nostre passioni fossero un tutt’uno con le sue e ci permettessero di pulirci dalla tensione provata durante la competizione. Amare uno sport e gli sportivi fa bene, diverte, rilassa, fa provare emozioni che la routine solitamente non offre.
Ma l'atleta cosa prova?
Come vive il suo mondo?
Che valori ha?
Cosa sogna?
Come crede e gestisce lo sport che noi possiamo vivere indirettamente attraverso lui/lei?
E' su questo che si intende lavorare in questa trattazione per comprendere come lo sport possa essere realtà esistenziale ossia possa servire a definire un'esistenza di chi dedica per un periodo o per sempre la propria vita a un sogno.

Le categorie dello sport e dello sportivo
Innanzitutto dobbiamo chiarire cosa intendiamo per categoria: usando la filosofia classica e il suo vocabolario ci riferiamo a categoria dello sport quando vogliamo definirne le caratteristiche essenziali. Lo stesso dovremo fare quando tratteremo dello sportivo inteso come atleta. Non è detto che la definizione dell’uno non si sovrapponga a quella dell’altro. Nello sport vi sono alcune componenti dalle quali non si puo’ prescindere che chiameremo essenziali, significa che esse ci sono in tutti gli sport a prescindere dalle caratteristiche tecniche di ciascuno. Tali connotati sono: Il gioco e il risultato. Lo sport nasce spesso come un gioco, si pratica da bambini perché si gioca a qualcosa e con qualcuno. Per es. si gioca a pallone tirando quattro calci ad un oggetto dalla forma sferica, si corre con questo oggetto, lo si muove, ci si muove con esso e poi magari si incontra qualcuno che vuole giocare con l’oggetto e con te. Allora si crea una relazione a tre: io-te e l’oggetto, a tratti la relazione presenta una maggiore rilevanza: io gioco a pallone perchè in questo modo posso giocare con te e fare amicizia, a tratti la rilevanza viene assunta dal gioco e quindi dall’oggetto: io gioco con te perché in questo modo giochiamo a pallone con scopi diversi: io mi diverto a giocare a pallone, io voglio passare il tempo a giocare a pallone, io voglio vincere e batterti. Sono tutte componenti che segnano il gioco e lo sport. Alcune di queste componenti sono leggermente modificate nello sport individuale: per es. lo scinautico perché il quel caso la relazione io-tu diventa una relazione io-io nel senso che l’atleta che pratica uno sport individuale interagisce solo con se stesso, dialoga con se stesso, impara a conoscere se stesso, i propri pregi, errori e limiti: so fin dove posso arrivare, fino a qui ce la faccio e oltre no, so cosa devo fare per migliorare il rapporto io-io entrando in sintonia con me steso, dialogandoci al fine di migliorare la prestazione e l’autostima. A volte il rapporto io-io diviene un rapporto allargato io-tu-io dove il tu è rappresentato dall’allenatore. Però, mentre nelle due relazioni precedenti l’io- tu (gioco del calcio o di squadra dove il tu diviene il noi) la relazione era alla pari, qui l’allenatore ha un ruolo di consigliere e quindi un ruolo autoritario, la relazione non è alla pari ma è una relazione caratterizzata dall’insegnamento–apprendimento e quindi di sottomissione da parte dell’atleta. Le componenti della socializzazione e del divertimento, seppur presenti e importanti, sono meno evidenti in questa che nell’altra relazione. Maggiormente evidente qui è il ruolo di subalternità dell’atleta rispetto all’allenatore. Tale ruolo non deve essere alterato da nessuno dei due protagonisti pena l’assenza di fiducia da parte di entrambi e la perdita di valore della prestazione.
Arriviamo allora al risultato. Sia che si pratichi uno sport per gioco sia che lo si svolga a livello agonistico il risultato è lo scopo o comunque uno tra i primi scopi della disciplina. Se io gioco per divertirmi il risultato sarà lo stesso divertimento, smetto di divertirmi, smetto di giocare o gareggiare. Il divertimento deve essere mantenuto il più possibile anche se il risultato si sposta dal divertimento fine a se stesso alla resa. Se io mi diverto, rendo sicuramente più facilmente e mi dedico allo sport con passione. La passione è alimentata dal divertimento, il divertimento dalla passione. Essendoci queste due componenti spesso il risultato viene da sè facilmente. Se lo sport ha come unico scopo il risultato e non c’è il divertimento prevarrà la fatica e alla lunga la resa ne risentirà penalizzando lo scopo stesso.

lunedì 1 ottobre 2007

Perchè

sto scrivendo un saggio sulla filosofia dello sport. Affronto il tema dello sport dal punto di vista esistenziale e ontologico leggendolo attraverso l'ottica del dialogo che ha il soggetto con se stesso e con chi gli ruota attorno. Lo pubblico in questo spazio a puntate, perchè pur essendo un saggio completo ogni paraagrafo puo' essere letto disitintamente e offrire comunque spunti di riflessione. Per chi lo desidera è disponibile la versione integrale in formato pdf. Siccome la materia è enorme e c'è ancora molto da dire, il saggio non è concluso e ci sarà spazio per una pubblicazine durevole in questo blog. Grazie a chiunque mostrasse interesse per la disciplina.
Cristina Finazzi